Con un aperitivo presso l’Osteria del Tempo Stretto di Albenga, dedicato alla Sicilia con la presenza di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, si è chiusa la XIV° edizione della “Settimana di incontri e di impegno antimafia” con Giovanni Impastato. Un’occasione per scoprire le suggestioni ed i sapori di una regione interessante e di grande tradizione culinaria come la Sicilia, grazie alle proposte preparata dalla chef Cinzia Chiappori ed organizzata in collaborazione con il Centro Impastato di Sanremo.
La manifestazione promossa dal Centro Culturale Felicia e Peppino Impastato di Sanremo ha toccato le seguenti località del ponente ligure: Alassio, Albenga e Sanremo per un totale di 7 iniziative, fra incontri nelle scuole e aperti al pubblico. Ricordiamo che la rassegna, iniziata nel 2008, si propone come un momento di confronto e di analisi, proponendo incontri sul tema della legalità, che consentono ai partecipanti una riflessione sui temi della lotta alla mafia e all’illegalità con un protagonista nazionale dell’Antimafia, che da 40 anni difende la memoria del fratello Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978, e che continua con impegno e sacrificio la sua battaglia di lotta alla mafia e all’illegalità. Giovanni Impastato ha parlato della sua esperienza personale, ricordando le idee del fratello Peppino e la forza e l’esempio della mamma Felicia Bartolotta, prima donna in Italia a costituirsi parte civile in un processo di mafia.
Ad accompagnare Giovanni Impastato in questi incontri sono stati Claudio Porchia, Presidente del Centro Impastato di Sanremo e Simona Della Croce, giornalista e autrice del libro “Io sono Peppino. La Storia che vi racconteranno non è la mia” (edizioni Zem). Un libro molto interessante che è stato adottato da diverse scuole come libro di testo ed utilizzato come materiale per seminari di approfondimento.
IO SONO PEPPINO
Simona della Croce
Peppino Impastato è oggi uno dei personaggi simbolo della lotta contro la mafia. Non è sempre stato così: subito dopo la sua morte avvenuta nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, venne etichettato come ‘terrorista’, anche da un’informazione incapace di fotografare la Storia nella sua veridicità e non nella sua verosimiglianza.
“Io sono Peppino” ricostruisce come gli organi di informazione hanno raccontato la storia di Peppino in anni in cui non c’era internet e l’informazione non era libera, ma racconta anche la lotta di mamma Felicia e di Giovanni Impastato alla ricerca della verità storica.